giovedì 5 giugno 2014
MOSE DIVIDE LE TANGENTI
Il Mose non è un
patriarca biblico, anche se, per realizzarlo, i tempi un po’ biblici lo sono
stati, visto che la sua realizzazione è partita nel 2003 e pare che si sia solo
all’80% della costruzione.
Spesso, i “nostri” politicanti e i “grandi”
imprenditori ci spiegano come, per rilanciare l'economia, sia necessario
abbattere il costo del lavoro. A partire dai salari che costano troppo per
arrivare alle privatizzazioni dei servizi (dalla sanità alla scuola) e di quel
che rimane dell'industria pubblica. Lo Stato sociale e i diritti
costituzionali, per “lorsignori”, sono “una palla al piede” che impedisce la
“ripresa” e la “crescita”. E, allora, tutti a ribadire che ci vogliono le
“riforme” istituzionali, che bisogna “snellire” lo Stato, che è necessario
aumentare l'età pensionabile perché, altrimenti, il sistema crolla, che si
devono tagliare i lacci e i laccioli che frenano la possibilità di “fare
impresa”. Ma, davanti a tanti e tali esempi di corruzione e di collegamenti
perversi tra affari e politica (i “loro affari” e la “loro politica”) come si
può continuare con quella menzogna? I veri costi che gravano sul paese e,
quindi, su ogni cittadino onesto, gli sprechi reali che affossano l'economia
italiana, sono l'evasione fiscale, le speculazioni, le delocalizzazioni
selvagge, le tangenti e la corruzione dilagante. Un sistema criminale che
impoverisce il nostro paese e arricchisce i soliti furbi. Ed è inutile che
Renzi, come riferisce il presidente dell'autorità nazionale anticorruzione
Raffaele Cantone a una radio, sia "turbato dalla vicenda” e che “questi
due scandali (Expo e Mose) non fanno certo bene all'immagine del Paese".
Non è una questione di immagine, ma di sostanza, di sistema. È un sistema
sbagliato e irrimediabilmente malato che è necessario abbattere.
Alla luce di questi fatti, mentre è in itinere l’annuncio
di un tal decreto ‘Sblocca Italia’, che dovrebbe far ripartire le Opere
Pubbliche incagliate, sarebbe bene che l’impetuoso ragazzo fiorentino concepisse
anche dei metodi perché questa nuova occasione non si trasformi in un immenso
bunga bunga tangentizio.
Con una credibilità così ridotta, le imprese straniere ci penseranno bene, prima
di investire capitali nel Belpaese.
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