giovedì 5 giugno 2014

MOSE DIVIDE LE TANGENTI


In questi giorni gli scandali di corruzione continuano ad emergere grazie all’azione costante della magistratura, cosicché è lecito chiedersi quale diga serva per porre fine a questo cancro sistemico della nostra società. Di sicuro non le dighe mobili del Mose, il faraonico e discutibile progetto che dovrebbe salvare Venezia dallo sprofondare nella laguna. Un’opera che dopo un decennio di studi e lavori ha prodotto solo 4 delle 78 paratie mobili previste. Eppure soldi ne sono annegati tanti nel Mose, inclusi fondi europei, concessi a dismisura.

Il Mose non è un patriarca biblico, anche se, per realizzarlo, i tempi un po’ biblici lo sono stati, visto che la sua realizzazione è partita nel 2003 e pare che si sia solo all’80% della costruzione.

Spesso, i “nostri” politicanti e i “grandi” imprenditori ci spiegano come, per rilanciare l'economia, sia necessario abbattere il costo del lavoro. A partire dai salari che costano troppo per arrivare alle privatizzazioni dei servizi (dalla sanità alla scuola) e di quel che rimane dell'industria pubblica. Lo Stato sociale e i diritti costituzionali, per “lorsignori”, sono “una palla al piede” che impedisce la “ripresa” e la “crescita”. E, allora, tutti a ribadire che ci vogliono le “riforme” istituzionali, che bisogna “snellire” lo Stato, che è necessario aumentare l'età pensionabile perché, altrimenti, il sistema crolla, che si devono tagliare i lacci e i laccioli che frenano la possibilità di “fare impresa”. Ma, davanti a tanti e tali esempi di corruzione e di collegamenti perversi tra affari e politica (i “loro affari” e la “loro politica”) come si può continuare con quella menzogna? I veri costi che gravano sul paese e, quindi, su ogni cittadino onesto, gli sprechi reali che affossano l'economia italiana, sono l'evasione fiscale, le speculazioni, le delocalizzazioni selvagge, le tangenti e la corruzione dilagante. Un sistema criminale che impoverisce il nostro paese e arricchisce i soliti furbi. Ed è inutile che Renzi, come riferisce il presidente dell'autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone a una radio, sia "turbato dalla vicenda” e che “questi due scandali (Expo e Mose) non fanno certo bene all'immagine del Paese". Non è una questione di immagine, ma di sostanza, di sistema. È un sistema sbagliato e irrimediabilmente malato che è necessario abbattere.

Alla luce di questi fatti, mentre è in itinere l’annuncio di un tal decreto ‘Sblocca Italia’, che dovrebbe far ripartire le Opere Pubbliche incagliate, sarebbe bene che l’impetuoso ragazzo fiorentino concepisse anche dei metodi perché questa nuova occasione non si trasformi in un immenso bunga bunga tangentizio.

Con una credibilità così ridotta, le imprese straniere  ci penseranno bene, prima di investire capitali nel Belpaese.

sabato 17 maggio 2014

LA CITTA METROPOLITANA, UNA COSA DA FARE?

Questa mattina, anziché tornare a casa per riposare, dopo dieci ore di onorato lavoro, ho deciso di farmi del male, e partecipare all'ennesimo incontro sul tema "la città metropolitana".
Chissà, mi son detta, questa volta, sarà la volta buona, potrò finalmente portare a casa delle risposte, potrò mettere chiarezza in un mare di confusione, ma purtroppo la confusione è rimasta e anche la consapevolezza che la nascita della città metropolitana sarà una supposta infilzata nelle nostre terga con malcelata e sadica soddisfazione  da parte di una classe dirigente ottusa e ormai evidentemente lontana dalla realtà e dalla concreta percezione che i cittadini hanno nei suoi confronti, da beatamente fottersene del buon senso e di una sia pur minima concezione del bene comune, una classe politica che ormai guarda al giorno per giorno, all'ora per ora, senza una visione prospettica d'insieme rivolta al futuro.
Tutto assomiglia al famoso gioco delle tre carte.
Chi non è amante dell’impareggiabile originalità napoletana non riesce, nonostante tutto, a non gettare un occhio, incantato davanti a quel teatrino di strada quasi perfetto che è il gioco delle tre carte.
Il gioco delle tre carte applicato alla politica, invece, non ha affatto la stessa magia e, quel che è peggio, non è una scelta volontaria.
La donna vince il fante perde, segui la donna! e tutti lì a fissare la carta magica: i costi della politica, i privilegi della casta.
Aboliamo le province.
Finché le carte non vengono scoperte e la regina non c’è più, e si scopre che le province non sono abolite ma semplicemente rivisitate, per dare più potere a quei sindaci che, con tendenza al politichese di carriera, lasciano ben volentieri i problemi di paese per votarsi alla gestione di poteri più importanti e luminosi verso la scalata a Montecitorio,
con il rischio  di rimanere a metà del guado o meglio a mezz'aria con province più leggere, acefale e svuotate di competenze ma di fatto immortali..
Ma l'Europa ce lo chiede!!!! Perché dobbiamo fare un balzo in avanti verso una dimensione, che possa fare rete, insomma .........oggi tutti d'accordo che la città metropolitana è una cosa da fare, perché è una cosa buona e giusta.
E quindi, nella migliore tradizione italiana, sta già diventando una cagata pazzesca come scriveva qualche mese fa un vecchio amico.

venerdì 9 maggio 2014

IL BENE COMUNE

 


Esiste un luogo, che sia città, paese o villaggio, dove il bene comune e il rispetto reciproco tra concittadini siano messi all'ordine del giorno?
Il vero problema è che chi attua le leggi non accontenta il volere di tutti, così ci sarà sempre qualcuno insoddisfatto di ciò che è stato deciso. Ma questo non toglie che nascano nuove idee per migliorare nel quotidiano, cominciando dalle "piccole cose", come si suol dire, si può perfezionare l'estensione del benessere comune.


Cosa distingue il bene comune dall'interesse generale? Il bene comune trova i propri criteri di bene, l'interesse generale se li dà, il bene comune è un concetto morale.
 La morale indica un dover essere, ci dice come vivere, cosa fare, come agire, come scegliere......ma su che basi? Sulla base di quello che siamo, da cui scaturisce anche il nostro fine, ossia quello che dobbiamo essere. Ma quello che siamo e quello che dobbiamo essere non lo decidiamo noi, ci è dato, ci precede. Il bene comune ha bisogno di criteri di bene che lo precedono. L'interesse generale, invece, chiede ai singoli cittadini cosa intendono per bene comune e poi fa la somma, oppure trova un comune denominatore, togliendo qualcosa a chi ha di più per darlo a chi ha di meno.
Il bene comune non è quindi una somma di beni, ma il tutto ordinato, la vita buona della comunità.
 


Bisogna anche tenere presente che il bene comune non implica una uguaglianza di fatto tra i cittadini. Gli uomini sono uguali in dignità, ma l'egualitarismo che pretende di uniformarli di fatto è una ideologia assolutamente da respingere. Il bene comune non consiste nel distribuire la torta in parti uguali e dare ad ognuno la sua fettina. Quando si fa così si potenzia il potere centrale ed uniformante, si crede di avere un bene comune, ma è solo una camicia di forza. Il bene comune è una sintonia. Non c'è un bene comune uguale per tutti, ogni famiglia ha il proprio, ogni comunità locale ha il proprio. Il bene comune non si impone dall'alto, dagli uffici comunali o dai ministeri, si crea dal basso secondo il principio di sussidiarietà. Un assessore ai servizi sociali che monopolizza l'azione spontanea della società civile verso il disagio sociale non fa il bene del comune.
Perciò in un comune  sarebbe necessario che ognuno avesse il suo contento: a partire dai bambini con centri di gioco, per proseguire con gli anziani cui assicurare luoghi d'incontro e occasioni di discussione, un ricambio naturale e generazionale nel mondo del lavoro e delle professioni.
Perciò un paese perfetto o quasi può esistere e si può costruire, solo se si mettono in pratica queste cose, che però sono fondamentali per mutare la situazione della maggior parte dei nostri centri abitati e del vivere collettivo.

lunedì 5 maggio 2014

IKEA FACCIAMO CON COMODO............


Qualcuno sostiene che le dimissioni dell’assessore Ferrè non risolvono il problema, secondo me, l’immobilismo dell’attuale giunta è un atto gravissimo nei confronti di un problema, IKEA, che per la città di Legnano sarà devastante in termini di traffico, occupazione e inquinamento.
La stampa ha sottolineato le varie fasi di un confronto iniziato tra i banchi di Palazzo Malinverni e proseguito in gran parte nelle cronache giornalistiche successive.
Comincio proprio dai giornali, che riportano di una riunione di preconsiglio comunale convocata dopo tempi immemori dal PD per trovare una linea comune, e dalle "voci"(e quindi non dimostrabili, per quanto probabilmente fondate) che davano l'intera maggioranza in fibrillazione sin dalla presentazione dell'odg su Ikea.
Date queste premesse, arrivati in aula la tensione era palpabile.
Però non è  avvenuto il confronto che io avrei auspicato su Ikea. Nel prosieguo del Consiglio è avvenuta poi la bagarre innescata dalla decisione della maggioranza di non anticipare la discussione su Ikea, a mio modo di vedere una scelta discutibile ma ineccepibile che di fatto ha reso monco il dibattito.
Infatti oltre alle assenze nella maggioranza cui sono mancati ben quattro consiglieri, una parte della minoranza ha scelto di abbandonare l'aula.Il numero legale è stato mantenuto da due consiglieri di minoranza uno dei quali intervenuto e poi assentatosi a sua volta.
Ne è scaturito un monologo della maggioranza ammantato di responsabilità e buoni sentimenti da parte degli intervenuti al dibattito, che si è concluso con un voto contrario all'ordine del giorno. Il che si traduce nel fatto che la posizione dell'amministrazione sul consumo del suolo nel caso ciò avvenga cento metri oltre il nostro confine cittadino, non si conoscerà fino a quando non sarà pronta a farlo sapere.
Ma la mia domanda è quando avrà intenzione di farlo sapere?
Gli amministratori, ed in particolare in questo caso l’Assessore Ferrè, hanno mantenuto una posizione attendista nella speranza di poter essere ammessi ad un tavolo al quale si capiva bene fin dall’inizio che nessuno aveva intenzione di fare partecipare un soggetto terzo che, considerando il fatto che da questo progetto subirà solo le peggiori conseguenze, non avrebbe avuto alternative se non quella di schierarsi contrario.
Cosa facciamo continuiamo ad attendere, con comodo, oppure cerchiamo di opporci con ferma decisione?
L’attuale amministrazione ha sbagliato, l’assessore Ferrè ha sottovalutato il problema, chiederne le dimissioni forse è il minimo.

 

mercoledì 23 aprile 2014

DA DOVE SIAMO PARTITI?



Mi piacerebbe ricordare a tutti da dove siamo partiti, da cos'era e da cos' è il m5s.

Il Movimento 5 stelle è una libera associazione di cittadini.

Non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro.

Non ideologie di sinistra o di destra, ma idee.

Vuole realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità dei cittadini il ruolo di governo e indirizzo normalmente attribuito a pochi.

Un giorno 163 "cittadini qualunque" sono entrati nelle istituzioni, hanno preso il posto dei politici di professione, di estrazione partitica, affermando che destra e sinistra sono categorie superate e che rossi e neri sono uguali, tutti ugualmente colpevoli, di fare parte di una casta ingorda e incapace.

Può darsi che queste affermazioni siano temerarie. Ma è innegabile che molti politici di tutti i partiti si siano impegnati parecchio per avvalorarle.

 Può anche darsi, che il modello organizzativo e il metodo della democrazia diretta, sia difficile da attuare, anche se reputo non impossibile.

Inoltre, può darsi, ancora che i 163 cittadini parlamentari,  inizialmente fossero dei dilettanti allo sbaraglio. Ma è anche vero che, a oggi, nessun partito da voce al cambiamento come il M5S e che pochi nel  Parlamento italiano mostrano una coerenza tale come i nostri eroi, perché più che dilettanti io li definirei  eroi.

Possiamo dire che tutto va male, che il metodo è sbagliato, che il programma va meglio condiviso, che Grillo e Casaleggio comandano le nostre menti, guidano i nostri pensieri, rendendoci soldati in mano al loro potere.

Ma io da cittadina, non mi sono mai sentita così libera, libera di credere, libera di contestare, libera di organizzarmi e di poter entrare all’interno di quelle istituzioni, ritenute le cattedrali per pochi benpensanti, categorie superiori, politici avviati.

Io credo ancora nel m5s, io voto m5s.

venerdì 4 aprile 2014

TE LA DO IO LA PROVINCIA


Adesso vi racconto una favoletta…….C’era una volta il ddl Province, sul quale il governo  decise di porre la questione di fiducia, all'esame del Senato. Nessuno però sapeva che questo ddl era un vero e proprio imbroglio. Una legge truffa costruita da  Sir Graziano Delrio durante il governo Letta e portata avanti anche dal nuovo presidente del Consiglio mago Matteo.
Questa nuova legge, bisogna spiegarlo con forza e determinazione all'opinione pubblica, non abolisce affatto le province, ma crea enti di secondo livello: in poche parole ''trasforma" le Province in ''enti di area vasta", li sottrae alla rappresentanza democratica, escludendo ogni tipo di elezione diretta, con l'obiettivo di rendere le nuove province e le nuove citta' metropolitane assemblee monocolore. Che non semplifica e non sburocratizza, ma aumenta il disordine sulla gestione dei servizi, creando nuovi problemi, come se non bastassero quelli gia' esistenti, a imprese e cittadini. Il tutto senza alcun risparmio rilevante per le casse dello Stato. Una vera e propria fregatura perpetrata con il solo scopo di conquistare potere politico a livello locale.
 Dunque i cittadini non eleggeranno più nessuno, ma le province resteranno. Così come non ci sarà nessun taglio dei politici ma un aumento. Perché, nello stesso provvedimento, si aumentano i consiglieri comunali e assessori dei comuni sotto i 15 mila abitanti. In sintesi, avremo tremila tra consiglieri e assessori provinciali in meno ma 30mila politici in più nei comuni.
Le critiche alle quali si presta il disegno di legge voluto ed elaborato da Sir Delrio, sono sacrosante, in quanto, questo caos istituzionale,  non riuscirà ad ottenere nessuno degli obiettivi posti e propagandati ma al contrario, sarà fonte, dovesse rimanere com’è scritta, di risultati totalmente opposti: incremento di livelli di governo, incertezza sulle competenze e funzioni, risparmi irrisori o totalmente bruciati dalla confusione posta.
 Senza parlare, poi, dei problemi di lesione al principio democratico.
 In ogni caso, non si capisce come sarebbe possibile che lo spostamento (così complesso e contraddittorio) delle funzioni e competenze delle province possa consentire risparmi di spesa: visto che le funzioni sono traslate dalle province alla marea di enti che dovrebbero subentrare e che il ddl impone di assegnare a tali enti le risorse umane, finanziarie, strumentali e patrimoniali necessarie allo scopo, risulta chiaro che non potrà esservi risparmio alcuno: la spesa, quella stessa spesa oggi movimentata dalle province, sarà movimentata da altri enti. In effetti, allora, l’unico effetto quantificabile di risparmio sulla spesa pubblica derivante dal disegno di legge si ottiene sui costi propri della politica: indennità e gettoni di presenza, che sarebbero eliminati, visto che tutte le cariche delle province e delle città metropolitane sarebbero gratuite.
Il risparmio, che in ogni caso non emerge dal testo normativo dunque, sarebbe di 104,7 milioni di euro. Lo 0,0130 della spesa pubblica.
Ma, occorre sottolineare, che si tratta di un risparmio teorico. Infatti, non verrebbero meno i rimborsi spese per le sedute dei vari organi assembleari previsti dalla norma, la cui possibile moltiplicazione, se si attivassero le unioni dei comuni, potrebbero comportare costi rilevantissimi.
Come sarà il percorso del disegno di legge?
a)  lasciare in vita 10 province, che prenderanno il nome di città metropolitane e rischieranno di essere il prolungamento delle politiche del capoluogo, a discapito degli altri comuni;
b) lascia in vita le altre 97 province, sia pur svuotate, ma con la possibilità che il loro svuotamento sia parziale e molto differenziato a seconda che le regioni legiferino o meno sul trasferimento delle competenze ai comuni e unioni di comuni o, ancora, a seconda che comuni, unioni e regioni deleghino o meno funzioni alle province;
c) consentire alle regioni di gestire direttamente alcune delle competenze provinciali.
Occorre, allora, correggere radicalmente il tiro, perché così com’è il disegno di legge è solo fonte di uno dei più disastrosi caos.
Questa favoletta, non raccontatela ai vostri figli, ci potrebbero restare male. Restiamo in movimento

giovedì 3 aprile 2014

CI SONO HOUSE E HOUSE


Nei nostri Comuni, la gestione delle reti e l'erogazione dei servizi pubblici locali è quasi sempre a carico delle cosiddette società "in house" che sono società a capitale interamente pubblico.
Non tutti, sanno però, che tra i principali evasori fiscali, vi sono proprio queste società a partecipazione pubblica.
L'agenzia delle entrate, ha proposito di tali tipi di società, ha precisato che esse svolgono in ogni caso attività rilevante agli effetti dell'IVA, quindi il compenso versato dal Comune per l'affidamento dell'attività di gestione dei servizi è soggetto a tassazione.
Peccato, che l'IVA su queste prestazioni non venga pagata, comportando evidenti violazioni fiscali, tanto più gravi in quanto perpetrate da enti pubblici e con inevitabili riflessi anche in ordine ad eventuali illeciti contabili.
Comunque nel caso in cui questi soggetti decidessero di pagare il dovuto, a pagare sarebbe sempre e solo, ancora, il cittadino, con un aumento delle imposte e con minori servizi.
Ma siccome l'IVA è un tributo comunitario, non si può semplicemente prendere atto della situazione  e dire che tali prestazioni non sono soggette ad IVA.
 D'altronde una domande sorge spontanea, perché se è stato confermato che tale tipo di attività è soggetta ad IVA , la società in house ( anche se a capitale pubblico ) deve godere di una sorta di esenzione di fatto, mentre,  il cittadino "qualunque", se mai decidesse di non pagare l'IVA , si ritroverebbe un bell'accertamento con tanto di sanzioni ed interessi?
 Perché diciamolo, ci sono house e house.

mercoledì 26 marzo 2014

NUTRIAMOCI DI BUON SENSO


In questi giorni c’è una tavolata d’inquinanti che pende sulle nostre teste, una tavolata simile a quelle natalizie, che ricordano i ricchi piatti conditi di mia nonna, dove la carne, l’olio, il grasso, e se eri fortunato qualche verdurina, non mancavano mai, e anche se ti riscoprivi vegetariano, ti toccava mangiarli.

La tavola imbandita che ci stanno preparando è composta da antipasto: Ikea di Cerro Maggiore, un insediamento che consumerà nuovo suolo per 279.770 mq, con aumento del traffico (veicoli previsti quasi 3.500 e 5.000, tra venerdì e sabato), che si rifletterà negativamente su tutta la viabilità dell’area, sull’aria stessa e sulla nostra salute.

Primo piatto: il revamping dell’inceneritore Accam di Busto Arsizio, un inceneritore che costerebbe alla comunità ben 42 milioni di euro, senza nessuna valutazione d’impianti alternativi, e continuando a non considerare che nel futuro la raccolta differenziata, il riciclo e il recupero saranno il cambiamento. Non tenendo conto, che attualmente, nessun sistema di filtraggio oggi disponibile sul mercato è in grado di trattenere le particelle inquinanti con diametro inferiore ai 2,5 nanometri, dannosissime per la nostra salute.  

Secondo piatto: la Centrale di Biogas e di compostaggio, che dovrebbe sorgere in via Novara a Legnano, che regalerà non pochi problemi agli abitanti di Mazzafame e Sanpaolo, nonché agli stessi pazienti del vicino ospedale.

Per finire, saltando la frutta, perché troppo salutare, si passa al dessert: la ex Cromos ( storica tintoria di Cerro Maggiore), dove arriveranno 4 medie strutture di vendita su 16.500 metri quadrati. Strutture commerciali, no food, costruite su un’ area, già inquinata, non bonificata, dove a rischio c’è la falda sottostante.

Ancora una volta la nostra salute ringrazia!!!!!!

Ma questa cosa, la devi, poi spiegare ai cittadini, che ti vedono come una vegana, come quella taggata 5 stelle, a cui non va, mai bene niente e qualcuno ti dice anche, con tanto di metafora alimentare, che nella vita non si può sempre dire no, che in questo momento il lavoro è la priorità, l’economia va fatta girare, in poche parole, essere vegani salutisti non va bene, crea fastidio. “Il vegano si presenta come uno strafigo superiore, quando viene a dirti tante cose (molte delle quali esagerate o volutamente distorte) per giustificare il suo stile di vita e possibilmente convincerti. Ognuno è libero d’essere quel che vuole, non è che perché mangio carne rossa sono un serial killer e se già di mio ho qualche remora nel consumare carne (lo faccio lo stesso, ma mi rendo conto del tuo punto) non è che tu, per puro desiderio di rompermi le scatole, devi aprire la “ferita” e buttarci sale solo perché il tuo credo t’impone di convincere il prossimo a nutrirsi di verdurine”

In parole povere, qualcuno ti dice io Ikea la voglio, il centro commerciale sulla ex Cromos mi piace. l’inceneritore non mi da fastidio e la Centrale di Biogas è fantastica, l’importante è che non gli rompi le scatole.

Queste persone, non penso, riuscirò mai a convincerle, ma per tanti altri e spero nella maggioranza, una speranza c’è ancora, una speranza di salvezza dalla grande abbuffata; va perseguita con l’informazione, la conoscenza e il coinvolgimento di tutte le forze politiche. Perché si può  essere consumatori responsabili senza essere vegani. Nutriamoci di buon senso

 

domenica 23 marzo 2014

REINVENTIAMO IL LAVORO


Nel nostro Paese i disoccupati sono 3.200.000 di cui 660.000 giovani tra 15 e 29 anni. A questi, dobbiamo poi aggiungere 2 milioni di giovani che non lavorano e non studiano. E’ di tutta evidenza che si tratta di un problema enorme e che non si risolverà da solo. Non ci sarà nessuna miracolosa ripresa economica che ci riporti alla piena occupazione anzi vi è la certezza che in mancanza di interventi che modifichino le attuali normative sul lavoro e diminuiscano il costo dello stesso, il futuro ci riserverà solo una ulteriore perdita di competitività e, di conseguenza, di occupazione. quindi il lavoro in qualche modo va reinventato, magari cercando di intervenire sul territorio stesso, con politiche di green economy. Si potrebbe cercare di investire in alcuni progetti, progetti che porterebbero maggiore occupazione nel nostro territorio. Alcuni esempi:
  • protezione del territorio mediante azioni di prevenzione o di contrasto del dissesto idrogeologico nel territorio nazionale.
  •  bonifica e riqualificazione ambientali di aree urbane, rurali, produttive, industriali e militari.
  •  recupero,  ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici pubblici, con priorità per quelli esposti al rischio sismico e dell'amianto.
  • ristrutturazione degli ospedali pubblici al fine di rendere gli spazi e le strutture interne funzionali alle attuali tecnologie mediche e alle mutate pratiche terapeutiche;
  • rafforzamento dei servizi socio-educativi per la prima infanzia favorendo una complessiva crescita del sistema nazionale verso standard europei, realizzando nuovi asili nido pubblici e interventi di messa in sicurezza degli asili nido pubblici esistenti o di ristrutturazione di edifici pubblici da adibire ad asilo nido
  • incremento, recupero e  valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico destinato o da destinare a prima abitazione.
  • incrementare l'efficienza e la prestazione energetica degli edifici pubblici e per la riduzione del consumo di energia dei medesimi edifici.
  • recupero e valorizzazione del patrimonio storico, architettonico, museale e archeologico, anche attraverso campagne di scavi.
  • recupero di terreni pubblici incolti o abbandonati, nel rispetto degli ecosistemi e incremento del patrimonio boschivo, nonché prevenzione e riduzione dell'inquinamento e valorizzazione dei fiumi, delle aree paludose, delle spiagge e delle coste attraverso il ripristino dell'ecosistema.
Da qualcosa dobbiamo anche ribartire.

venerdì 21 marzo 2014

NON SOLO TALEBANI......


In questi giorni assistiamo alla nascita di una nuova entità, tra chi è contro il m5s, potrei definirla come "complottismo paranoide acuto".
Il complottismo paranoide acuto, è caratterizzato da  persone normalissime, un tempo fortemente schierate con il m5s, forti sostenitori, persone che della parola cambiamento  ne avevano fatto il loro cavallo di battaglia, persone che avevano  creduto nel programma, che erano e sono tutt'ora rappresentanti di noi cittadini.
All'inizio, per loro, il m5s era un movimento di cittadini, con una caratteristica distintiva che lo rendeva unico e originale nel panorama politico nazionale, il suo non essere struttura organizzativa, ma pensato come luogo di incontro immateriale, la rete,  lo rendeva unico.
Diventando movimento, dove era possibile realizzare un efficace ed efficente scambio di opinioni e di confronto al di fuori di legami associativi e partitici, riconoscendo alla totalità degli utenti della rete il ruolo di governo e di indirizzo normalmente attribuito a pochi.
Poi come per metamorfosi sono entrati nella spirale del complottismo, affermando "è tutto un inganno di Grillo e Casaleggio!!!!.... entrando cosi in un loop.
Il complottista modello si sente una spanna superiore al resto degli individui: è un "risvegliato", uno che sa come sono andate le cose e cerca di spiegarle al "popolo bue", noi quelli del m5s, che dorme senza rendersi conto di essere una pedina in mano ai  due potenti. Il complottista sa e non si fa fregare. Mentre "gli altri" sono schiavi della propaganda, dei blog e di Facebook, il complottista è libero, indipendente ed in guardia.
Ma usa la propaganda, i giornali e Facebook per far conoscere le sue idee.
Chi sposa la teorie del complotto ad occhi chiusi è schierato in una battaglia totale contro "gli autori del grande inganno" e critica chi non la pensa come lui. Chi invece fa parte del suo stesso gruppo è un suo amico, indipendentemente dalle cose che dice.
Il complottista è convinto che ciò in cui crede non può che essere la verità e lui, in quanto "risvegliato" non può essere vittima della disinformazione e della manipolazione, quella colpisce gli altri, il complottista non si crede nè manipolato nè manipolabile. Al contrario è convinto che chi non faccia parte del gruppo sia una "vittima del sistema". Si chiama "effetto della terza persona" (TPE Third-person effect) e definisce l'errata percezione che i media abbiano un forte effetto di persuasione sugli altri ma non su se stessi. Sono sempre gli altri che sbagliano, in sintesi.

martedì 4 marzo 2014

TRA I DUE LITIGANTI NESSUNO GODE


Dopo l'espulsione dei 4 senatori dal m5s, assistiamo all'ennesima partita di pallone, dove gli avversari, non sono, come logica vuole, i vecchi partiti che hanno portato questa nostra Italia sull'orlo del baratro, che ci hanno tolto la speranza, la voglia di vivere, il futuro, ecc..
No!!! L'avversario è il m5s stesso, come se si giocasse un derby, dove alla fine, non vincerà nessuno, ma anzi perderanno tutti, spettatori inclusi.
Chi sono i due avversari?
Da una parte ci sono i puri e duri, quelli che credono nel m5s taggato Grillo/Casaleggio, ma soprattutto credono in Grillo e Casaleggio come unica espressione di verità, non amano il contradditorio, non sono disposti al dialogo e se solo osi pronunciare la frase " Casaleggio è brutto e non mi piace" sono disposti ad insultarti per settimane, anche pesantemente, sono quelli che si farebbero bruciare in piazza per loro, possiamo definirli gli yesman/women.
Poi ci sono gli avversari, quelli delusi dal m5s taggato Grillo/Casaleggio, delusi per varie ragioni e che sarebbero disposti a lapidarli in pubblica piazza.
Così sul web, nelle televisioni sui giornali gli scontri si susseguono a colpi di insulti, qualcuno con toni più sobri altri utilizzando vocaboli offensivi di vecchia e ultima generazione.
Tra le due fazioni quelli delusi sono i più pericolosi perché nel loro futuro non vedono alternative e poi come sappiamo chi è deluso diventa anche cattivo. Come spesso accade nei rapporti, dove appena di innamori vedi solo le cose belle poi quando l'amore finisce,( o vieni tradito) compaiono tutta una serie di difetti, che c'erano anche prima, ma adesso sono dei macigni, allora il rapporto finisce e le contrapposizioni diventano guerra.
In mezzo a queste due fazioni si colloca una tre categoria, non sono tifosi sono semplici cittadini, sono quelli che credono nel m5s e basta senza Grillo/Casaleggio, sono quelli che aspettano che si ricominci a lavorare, che sono stanchi delle contrapposizioni sterile, anzi non le amano, che vogliono produrre risultati, che lavorano nei propri Comuni, districandosi tra mille problemi, che organizzano banchetti, che scendono nelle piazze, che informano i cittadini, che presentano mozioni, interrogazioni, ordini del giorno, che trasformano le parole in fatti. In questa partita non ci sono ne vinti, ne vincitori ma solo sconfitti.....sappiamolo.

sabato 15 febbraio 2014

LA DECRESCITA FELICE

Cosa accadrebbe se, in una meravigliosa mattina di primavera, mentre la natura è impegnanta a dare il meglio di sè, con i primi tiepidi raggi di sole, tutti smettessero di lavorare.
Si assisterebbe ad uno stravolgimento globale.
Il lavoro è la peggior forma di schiavitù, che l'uomo abbia inventato, passiamo la vita votati al lavoro e allo sperpero del suo misero guadagno. Ci consideriamo paesi civilizzati che godono dei privilegi speciali, e chiamiamo tutto questo "benessere", ma il prezzo da pagare è alto e si traduce in una vita di schiavitù, trascorsa a lavorare tutto il giorno, tutto l'anno, senza sosta, controvoglia, stressati, demotivati, e arrabbiati al solo scopo di acquistare un iphone, per poi sfruttare il 5% delle potenzialità, quando si sarebbe potuto lavorare la metà, lasciare quell'inutile oggetto in vetrina e vivere realmente la propria vita, usando quel tempo per ricercare la felicità attraverso le proprie passioni.
Tutti sappiamo che l'intero sistema economico è basato sul profitto, ma certamente nessuno potrebbe smettere di lavorare dall'oggi al domani. Non è materialmente possibile che tutti improvvisamente lascino il lavoro, perchè per vivere senza lavoro serve un piano d'azione che richieda anni di sforzi. Si tratterebbe di un lento mutamento, un re-inventarsi, attraverso l'adozione di nuovi principi.
Le persone sarebbero felici, di guadagnarsi da vivere facendo quello che gli piace veramente, mettere tutto se stesso nella nuova attività, producendo solo "qualità", e non quella "quantità", che ha come unico fine il profitto.
Le persone non scelgono di lavorare, sono solo inserite all'interno di un progetto, dove gli ultimi per via del tempo che gli rubano, resteranno sempre sul fondo, con le loro false sicurezze, con le loro vite mediocri e direi sprecate. Conosco persone che davanti a sè non concepiscono altro che una vita fatta dal "lavoro dipendente", tu gli spieghi che stanno correndo la "corsa del topo" che il loro lavoro sicuro, è sicuro finchè  non chiude l'azienda o finchè non ti licenziano, che stanno sprecando ore della loro vita, per una cosa che non vogliono fare, dimenticandosi che di vita ne abbiamo una e se un terzo la passi a lavorare e un altro terzo a dormire a te cosa resta?......Gli spieghi che ciò che desiderano in fondo non gli serve.
La riscoperta di se stessi, della felicità che si trae nel dare sfogo alle proprie passioni e alla creatività che abbiamo dentro, ci renderebbe tutti più felici.

domenica 2 febbraio 2014

LE BANCHE RINGRAZIANO..............



La mia conoscenza di economia?
Direi nulla, a parte un pò di economia domestica, di cui a volte mi rendo conto essere di difficile gestione, per il resto, la capacità di comprensione si limita a qualche discorso di entrate ed uscite.
Però lo schifo della Banca d'Italia di questi giorni vi giuro che lo capito, grazie ai tanti amici a 5 stelle, che sull'argomento invece, sono molto afferrati. Uno di questi, Fabrizio Ladi, mette in evidenza come in Parlamento, le lobby abbiano il pieno controllo del paese e come anche il capo dello Stato ne difenda  e ne assicuri il proprio potere. Leggete lo troverete sicuramente interessante.

Cittadini, vi chiamo ad un appello importante e complesso, leggete con attenzione ed aiutatemi a diffondere questo messaggio; Con la stessa tecnica adoperata in questi giorni usando l’IMU per far passare il regalo di 7,5 mld alle banche, ma senza l`opposizione del 5* allora non in parlamento, il traditore Napolitano, firmava la “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, concernente Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia.” Legge battezzata; LEGGE 12 luglio 2011, n. 106. La 106, contiene vari argomenti, ma ne spicca uno che vale per le banche che operano in Italia una cifra di non facile computazione, ma che si puo conservativamente stimare in centinaia di miliardi l`anno che le banche attingono dai conti correnti degli italiani sotto forma di interessi. Faccio riferimento all’ comma 5 capoverso d) dell`Art. 8 della sudetta legge 106, articolo intitolato ”impresa e credito” che legge;d) all'articolo 2, comma 4, della legge 7 marzo 1996, n.108, le parole: «aumentato della meta'.» sono sostituite dalle seguenti: «aumentato di un quarto, cui si aggiunge un margine di ulteriori quattro punti percentuali. La differenza tra il limite e il tasso medio non puo' essere superiore a otto punti percentuali.». Usando i termini del legiferatore, la “misura urgente per l`economia” aumentava di decine di punti percentuali il tasso che le banche potevano applicare ai crediti in essere ed a quelli future senza incorrere in sanzioni.  Questo vuol dire che il costo del denaro alle imprese ed alle famiglie e` improvvisamente aumentato di costo a discrezione delle banche, che senza farselo dire due volte anno ringraziato e cominciato ad incassare denaro dei cittadini per risanare i loro bilanci, distrutti da decennia di mala gestione, di favoritismi e collusione con politica ed organi di controllo. Nello stesso periodo la BCE erogava prestiti per la sopravvivenza alle banche. Notizia invisibile sulla stampa Italiana, ma in risalto sul Financial times e Wall street Journal di due giorni fa, Intesa San Paolo ha rimborsato alla BCE 59 miliardi. Da dove vengono secondo voi quei soldini? Dal regalino fatto con la misura urgente per le banche come e` piu` opportuno ribattezzare l`art 8 della legge 106. La banca d`italia nei “Supplementi al Bollettino Statistico, Indicatori monetari e finanziari,Moneta e banche del 10 Gennaio 2014” disponibile sul sito della stessa Banca D`Italia, stima i prestiti ai soggetti residenti in Italia come segue; 1927077 Totale prestiti amministrazioni publiche1068140 Totale Prestiti a societa non finanziarie 602044 Totale prestiti a famiglie ovvero 3,597,261,000,000.00 EURO. Una variazione in 1 punto percentuale in piu o in meno su questa cifra di crediti gia` erogati equivale a 35,972,610,000.00 di EURO. Ovvero 20 volte il regalo fatto con il recente decreto IMU. Io sono un analista finaziario, conosco le banche da dentro e da fuori, e so interpretare i numeri, vi estrapolo pertanto una facilistica considerazione da fare; se riuscissimo a ridurre di 5% il costo reale del denaro, solo sui crediti gia` erogati, faremmo risparmiare ai cittadini italiani 179,863,050,000.00 EURI! Questo calcolo `e banalmente semplificato, ma vi rende bene l`idea della entita` del regalo fatto alle banche con questo articolino numero 8 dal traditore Napolitano & co.Qui di seguito continuo ad articolare i motivi e le modalita` con cui bisogna agire per ridurre questa tassazione indiretta sulle attivita` dei cittadini Italiani, per ridimensionare i tassi di riferimento medi e quelli usurai. Sto di fatto parlando del tema della sorvranita` monetaria, infatti agendo sui tassi reali che i cittadini pagano abbiamo uno strumento di politica monetaria, strumento tutto italiano e come sopra dimostrato (in negative) affidato al parlamento. Questo e` uno strumento che dobbiamo utilizzare, la possibilità di proporre ed ottenere una modifica della legge 108/96 equivale a riprendersi un pezzo di sovranita` senza dover andare in Europa, ci consentirebbe di ridurre il costo del denaro e di iniettare liquidita` nell`economia vera. Questo e` uno strumento di sovranità nazionale da usare! E` una strada da seguire sia per “semplicità” che per efficacia.  Mi pare anche che i risultati raggiungibili siano necessari, condivisibili, concreti dimostrabili e di grande impatto, e una volta corredati da una dovuta campagna di informazione, si metterebbe di fronte al parlamento un mega obiettivo che coniuga in maniera perfetta un traguardo di civilta`, un traguardo economico, nonché un importante battaglia politica che potrebbe far incassare enormi benefici in termini di consenso al movimento che se ne farà promotore. Quindi propongo di iniziare una grande battaglia sulla seguente proposta, gia` inviata ai membri delle commisioni camera e senato a 5*, e vi invito a sostenerla e a migliorarla ed ad usare in qualunque modo necessario il mio tempo e le mie risorse, viva L`Italia! Proposta M5* per la modifica della legge sui tassi di usura 108/96, nonche` per ridurre il costo del denaro alle famiglie ed alle imprese, atto fondamentale per favorire la ripresa del volano economico del NOSTRO paese. Premessa la legge 108 del 7 marzo 1996 ha apportato, a suo tempo, sostanziali modifiche alla normativa antecedente sull’usura, privilegiando, rispetto a parametri soggettivi, in vigore fino ad allora (vecchio articolo 644 del c.p.), nuovi parametri c.d. “oggettivi” di determinazione del tasso di usura. In altri termini la legge 108 amplia l’area di tutela offerta dalla norma, che non viene più offerta solo esclusivamente nei casi in cui sussista lo “stato di bisogno” del debitore, ma che scatta automaticamente ogni qual volta il limite (il c.d. tasso soglia usura) posto dall’ art. 2 della legge 108/96 sia superato, fermo restando, comunque, l’aggravante dello stato di bisogno del soggetto che utilizza il credito.Larticolo 2 della legge 108/96 prevede che Il Ministro del tesoro, sentiti la Banca d'Italia e l'Ufficio italiano dei cambi, rilevi trimestralmente il tasso effettivo globale medio, comprensivo di commissioni, di remunerazioni a qualsiasi titolo e spese, escluse quelle per imposte e tasse, riferito ad anno, degli interessi praticati dalle banche e dagli intermediari finanziari iscritti negli elenchi tenuti dall'Ufficio italiano dei cambi e dalla Banca d'Italia.Originariamente lo stesso articolo prevedeva che il il limite oltre il quale gli interessi sono sempre da considerarsi usurari, fosse stabilito nel tasso effettivo globale medio, risultante dall'ultima rilevazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, aumentato della metà.Il 12 Luglio 2011 con la aprovazione della legge 106, il metodo di calcolo del limite di cui sopra viene sostituito con il seguente metodo, contenuto nell`articolo 8 comma 5 d) legge 106/2011; quindi attualmente Il limite oltre il quale gli interessi sono sempre da considerarsi usurari, e` stabilito nel tasso effettivo globale medio, risultante dall'ultima rilevazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale aumentato di un quarto, cui si aggiunge un margine di ulteriori quattro punti percentuali. La differenza tra il limite e il tasso medio non puo' essere superiore a otto punti percentuali. Discussione oggi, in un mondo globalizato, che ci piaccia o no, le nostre aziende sono chiamate a competere in paesi dove il costo del denaro molto piu` basso che in Italia, e dove la facilita` di accedere al credito e molto superiore a quella riscontrara in Italia. In questo quadro, uno strumento legislativo capace di garantire un costo del credito  uniforme ai livelli Europei si rende indispensabile. Questa necessita` e` aggravata dalla recessione che piaga il nostro paese, recessione che tra i suoi alimentatori vede senza ombra di dubio lo scarso credito erogato, ed i tassi dello stesso, che sono sproporzionati al costo del denaro nella zona Euro. La finalità della legge 108/96 è quella di sanzionare la condotta di chi, banche ed intermediari finanziari, a fronte di operazioni di erogazione di credito, applichi tassi e “commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e spese, escluse quelle per le imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito superiori al limite del c.d. tasso soglia usura”. Le finalita` della legge sono tradite e rese vane dalla scelta fatta dal legislatore di usare i livelli di interessi praticati dalle banche e dagli intermediari finanziari iscritti negli elenchi tenuti dall'Ufficio italiano dei cambi e dalla Banca d'Italia, rilevati mensilmente dalla banca d`italia, come punto di partenza per il calcolo del limite oltre il quale gli interessi sono sempre da considerarsi usurari. Infatti, gli operatori finanziari iscritti negli elenchi tenuti dall'Ufficio italiano dei cambi e dalla Banca d'Italia, possono liberamente concordare tra di loro i tassi da applicare ai crediti, di fatto variando a loro piacimento il tasso effettivo globale medio, e quindi il limite di usura. Bisogna anche notare che la legge 108 del 96 guardava al mercato creditizio nazionale, e quindi agli operatori finanziari iscritti negli elenchi tenuti dall'Ufficio italiano dei cambi e dalla Banca d'Italia, quali benchmark per analizare il mercato del credito, in quanto la globalizazione e la integrazione Europea erano ad uno stato di sviluppo molto lontano dai livelli raggiunti odiernamente. Faccio infatti notare che al tempo della introduzione della 108 non esisteva neanche l`istituzione internazionale Euribor-EBF http://www.euribor-ebf.eu/euribor-ebf-eu/about-us.htm, che si occupa dei tassi interbancari europei.Oggi la BCE e` di gran lunga l’istituzione piu` adatta per calcolare quale debba essere il tasso effettivo globale medio,  da usare come zoccolo duro di partenza per il calcolo della soglia di usura.La BCE rileva e publica con frequenza settimanale sul suo sito i tassi di interessi rilevati nella Eurozona; http://sdw.ecb.europa.eu/reports.do?node=100000173.  Una simile publicazione viene aggiornata sul sito della banca d`Italia mensilmente; http://www.bancaditalia.it/media/comsta/2013/cs-20131230-usura.pdf. Invito i lettori a confrontare le due publicazioni, e constatare per loro conto come i tassi Europei viaggiano senza ombra di dubbio molto, molto al di sotto di quelli Italiani. Torno a ripetere che in un mercato Europeo integrato, non e` possibile che un cittadino Tedesco sostenga un costo del denaro pari alla meta` di un cittadino italiano, quando l`istituo di credito Italiano ha lo stesso costo di capitale grazie ai meccanismi del`Euribor e della banca centrale Europea.Il binomio e` sempre stato, valuta forte tassi bassi, valuta debole tassi alti. Oggi il dibattito pro e contro euro si articola solo sulla possibilita` di svalutazione, e non sul fatto che abbiamo in Italia una valuta forte, ma accompagnata da un costo reale del denaro (tasso effettivo globale medio,) oltre il 16%, quando il tasso di sconto e` allo 0.25% e L`euribor a 2 settimane 0.255 tre mesi 0.297 e 9 mesi allo 0.49%!!PropostaNell`ottica di quanto articolato sopra, e di acellerare un processo di integrazione del sistema creditizio della Eurozona, si propone; 1.   di modificare l’articolo 2 della legge 108/96 sostituendo il tasso effettivo globale medio, con il tasso globale medio mensile calcolato dalla BCE sui prestiti denominati in Euro, ed erogati nella Eurozona ai residenti nella stessa Eurozona. 2.  di abrogare il comma 5 capoverso d) dell`Art. 8 della legge 106/2011. 3. di modificare l`Art 2 della legge 108/96 introducendo un meccanismo di calcolo del limite oltre il quale risulta usura, che fissi la differenza tra il tasso medio scelto al punto 1. E la soglia di usura ad uno spread che non puo' essere superiore al…
Faccio presente che la proposta al punto 3, deve essere oggetto di studio piu` approfondito e di discussione con le parti per capire l`impatto che potrebbe avere su transazioni esistenti, e sui margini operativi. Comunque il principio deve essere chiaro e di facile aplicazione. Non possiamo vivere in un paese dove la BCE presta soldi allo 0.25, l`Euribor e` al 0.5 e il tasso usuraio viaggia oltre il 20%. Distinti saluti, ed a disposizione per approfondire.
 Fabrizio Ladi 

mercoledì 22 gennaio 2014

VERSO UN GAIO FUTURO?


Sono una grandissima appassionata di fumetti.
 Il mio  preferito???  Sicuramente quello di Nathan Never.
 Ieri sera navigando su internet  alla ricerca di notizie più approfondite sul mio eroe Nathan,  mi sono imbattuta in questo articolo, scritto da Dalmazio Frau.
E' un articolo piuttosto lungo, in alcune parti contorto, ma vi prego di leggerlo, poi ognuno farà le sue considerazioni..........le mie le lascerò alla penna.


Negli anni Ottanta, quando Internet era di là da venire e la Rete era qualcosa di conosciuto da pochi Nerd o dai militari, sorse una breve stagione letteraria nella Science Fiction, presto denominata Cyberpunk. I due maggiori autori di questa nuova new wave furono William Gibson e Bruce Sterling. I loro romanzi, allora assolutamente dirompenti, oggi ci fanno un po’ sorridere dacché, come spesso accade, la fantasia è stata ampiamente superata dalla realtà.
Perché vi parlo di questo? Perché, in qualche modo, anche qui è una delle multiformi origini di quel curioso fenomeno sociopolitico che è il Movimento Cinque Stelle. Lo vedremo.
Quasi tutti vedono naturalmente il nuovo “partito personale” questa volta di un comico mutatosi nella figura di “politico”; altrettanti notano come il M5S si basi su Internet (in realtà anche questo è apparente); ed infine, banalmente, ciò che viene definito troppo sbrigativamente “populismo” come la cifra caratterizzante.
Molte cose, anche se mai abbastanza, sono state dette su Gianroberto Casaleggio, colui che è stato definito il guru del Movimento. Quest’eminenza grigiastra, ad imitazione di John Lennon, è forse, attualmente, l'ultima pedina di un "grande gioco" cominciato all'alba dei tempi che ha come posta il dominio di questo mondo. E’ dalle remote ere di Atlantide e Valusia che in ogni governo esistono trame e veleni e tenebrosi manipolatori. Vi ricordate il Cardinale Richelieu e Lady De Winter ne I tre Moschettieri? Lascio volentieri ad altri, a "color che sanno" il parlarvi dello stato della politica del nostro paese, non sono un politologo ma, da storico dell’arte, uno dei miei campi d’indagine è la “comunicazione”, soprattutto quella visiva, o “non verbale”.
Dicono che Casaleggio sia uno dei migliori esperti italiani di web marketing. Grillo in primis lo ha definito guru, ovvero il termine tradizionale hindu che da migliaia di anni designa il Maestro Sapienziale”, colui che illumina la via ai suoi discepoli verso la liberazione. Attenti, nulla di tutto ciò è casuale. Dicono che Gianroberto Casaleggio, l’uomo che nelle interviste – rare – continua a guardarsi intorno come temesse di essere spiato e mai direttamente negli occhi il proprio interlocutore, sia interessato all'”esoterismo”, probabilmente, ma sono ipotesi, vicino alla Massoneria.
Forse. Più probabilmente il “credo” new age del Guru è quello derivato alla lontana dalla Teosofia e mutuato e mutato attraverso l’uso di artifici “para scientifici” come la Programmazione Neuro Linguistica”. In aggiunta Casaleggio ha l’età giusta per aver conosciuto pienamente il sogno “apocalittico” della fine del secolo scorso. Il suo è il mondo di Mad Max, ma soprattutto quello di Matrix ed infine, ci ritorneremo meglio poi, di V per Vendetta.
Non è un caso se gli adepti del M5S, dissidenti o accoliti che siano, utilizzino spesso la maschera effige del personaggio, fintamente ribelle e positivo, che è “V”.
Casaleggio, con l’aiuto del suo alter ego pubblico, Grillo, dunque trasmuta Internet da un metodo di interconnessione spaziale in una pseudo religione. Una religione “atea” però dove – sono parole tratte dai suoi filmati – “Tu sei Dio”. Già sentita vero? Sì era, ed è uno dei paradigmi del Satanismo, prima di Crowley e dopo di lui fino a Charles Manson con il suo Helter Skelter. Casaleggio è imbevuto di profezie apocalittiche a riguardo dell’ecologia e di “guerre ideologiche, razziali e religiose” durante le quali due terzi del pianeta verranno devastati e due terzi dei suoi abitanti sterminati. Ricorda molto il mondo di “Ken il guerriero” non trovate? Ma sarà proprio allora - ed ecco che si innesta il “verbo profetico” di Casaleggio - che i sopravvissuti aboliranno tutto ciò che residua dal Vecchio Mondo: “i partiti, la politica, le ideologie e le religioni”, tutto ciò verrà sostituito da “Gaia”. Siamo in piena Next Age come potete vedere, oltre la sorpassata visione dell’Età dell’Acquario tanto cara ad Imagine di John Lennon. Anche questo tuttavia non è nuovo, è l’antico desiderio – complottista se volete – del Nuovo Ordine Mondiale, il Dominio Anticristico dove un’apparente pace domina e schiaccia uniformemente tutta l’umanità sotto un unico tallone.

E tale società è quella auspicata dall’introduzione dei microchip sottocutanei, dall’onnicontrollo onnipervasivo del nostro agire, roba da far sorridere Orwell. Il “nuovo governo mondiale” secondo il Guru grillesco sarà naturalmente creato, selezionato e organizzato tramite la Rete. L’unica democrazia. Casaleggio dice di più: egli auspica i cosiddetti influencer, ovvero un’elite di tecnici digitali ed informatici che domina la Rete e nel contempo la crea.

Persone come lo stesso Casaleggio, che però per attuare il suo progetto necessita proprio di un “Grillo Parlante”, altrimenti loro e lui verrebbero facilmente scoperti. E’ Grillo infatti il front man, quello dotato delle “capacità di comunicare con il pubblico”, soprattutto quello delle piazze e non quello dei social networks. Il Guru non “buca”, Beppe sì. Ecco dunque che Beppe Grillo, da comico minoritario e ormai per pochi, diventa una sorta di leader politico e carismatico, noto a livello mondiale quando Casaleggio attiva per lui quello che diventa – così dicono - uno dei blog più seguiti nell’Orbe.

Senza Casaleggio dunque non ci sarebbe Grillo come “punto di riferimento”, ma se non vi fosse la “simpatia comica” del nostro genovese il cosiddetto Guru sarebbe uno dei tanti Maestri di qualche setta in stile Scientology. Le somiglianze con Scientology infatti non sono poche.

Anche nell'utopia postatomica di Casaleggio & C. come in Fahrenheit 451 o in Rollerball non spariranno soltanto tutte le religioni ma anche ogni altra forma di espressione politica, di destra, centro o sinistra essa sia. E scompariranno perfino i libri, completamente sostituiti dalla Rete. E’ il mondo globalizzato ed uniforme di Star Trek, ma senza viaggi nello spazio.

Desidero ancora far notare alcune cose, cosucce di picciol conto certamente, che ho notato tuttavia nelle lunghe, e francamente noiose dirette televisive di questi giorni. Sapete cosa sia la "Programmazione Neuro Linguistica" (PNL per i più pigri, come me )? Alcuni di voi sì, lo sanno, magari altri che sono meno "del mestiere" forse no. La voce relativa su Wikipedia è abbastanza buona e sarà sufficiente a darvi tutte le nozioni di base relative ad essa (
http://it.wikipedia.org/wiki/Programmazione_neuro_linguistica).

Innanzitutto, alla faccia di un suo uso “terapeutico”, tale tecnica, o meglio questo insieme di tecniche para-psicologiche e molto, molto new age ha come scopo ultimo il diretto “controllo della volontà e delle azioni altrui”.

No, non stiamo parlando di ipnosi, non soltanto, anche se ne viene fatto uso, così come di “passi magnetici”, di “induzione alla trance” e a “stati alterati di coscienza”, ma di un insieme di tecniche sincretiche, prese da varie “discipline” ed utilizzate per fini non propriamente ortodossi.

La PNL, per fare un esempio facilmente riscontrabile, è attualmente in uso – lo posso affermare per diretta conoscenza – presso alcuni istituti assicurativi, uno è l’attuale “Alleanza-Toro” – allo scopo di motivare il personale e di favorire l’acquisizione di nuovi contratti. Nulla di illegale ovvio. Naturalmente non è l’unica azienda a servirsene, anzi sono molte ad utilizzarlo sia in sede di recruiting sia in sede di formazione del proprio personale.

I corsi sono a volte “gratuiti”, ovvero pagati dall’azienda, ma altre volte sono un vero e proprio affare economico del giro di svariate centinaia di milioni di euro. Un corso base infatti ad un singolo non costa meno di mille euro circa, ora fate un po’ voi due conti, ché siete tutti migliori economisti di me. E anche di Monti.

La PNL attualmente, dopo i numerosi attacchi che l’hanno ridimensionata, è diventata uno dei tanti pseudo-culti new age, ma nell’operato piramidale di Casaleggio “Lennon” e del “suo” movimento è ancora molto evidente.

La Programazione ideata da Milton Erickson può manipolare le menti, non di tutti certamente, ma quelle più deboli senz’altro. Proverò a darne una sintesi dalla quale sarà poi più semplice osservare come questi elementi si ritrovino nelle metodologie del M5S.

L’idea fondamentale della PNL è che la totalità dell’individuo interagisca nelle sue componenti, cioè "linguaggio", "convinzioni" e "fisiologia", nel creare precetti con determinate caratteristiche sia qualitative sia quantitative, e l'interpretazione soggettiva di questa struttura rappresenti dunque il mondo. Modificando tali significati attraverso una trasformazione della struttura percettiva (detta “mappa”, l'universo simbolico di riferimento), la persona può mutare atteggiamento e comportamento. La percezione del mondo, e consequenzialmente la risposta ad esso, possono essere modificate applicando opportune tecniche di cambiamento nella nostra mente.
La PNL ha perciò tra i suoi tanti scopi anche l'obiettivo di sviluppare reazioni di successo, amplificando i comportamenti efficaci e diminuendo gli indesiderati. Tale cambiamento psichico può avvenire anche riproducendo precisamente i comportamenti delle persone di successo allo scopo di creare un nuovo "strato" di esperienza con una tecnica chiamata appunto modeling.

Essa è dunque una “programmazione”, in quanto propone la capacità di influire sulle modalità di comportamento variabili e fondate sulla percezione e sull'esperienza individuali. Tramite la PNL si interverrebbe su una gamma predefinita di comportamenti - programmi o schemi - che funzionano in modo inconscio ed automatico sui processi neurologici del comportamento umano, basato su come il sistema nervoso riceve stimoli dagli organi di senso e li rielabora come percezioni e rappresentazioni.

Ed è “linguistica”, perché definisce il sistema con cui i processi mentali umani sono codificati, organizzati e trasformati attraverso il linguaggio, anche quello “non verbale”.

I due – tra i tanti presunti – fondatori della tecnica, Bandler e Grinder sostenevano che unendo la PNL con la regressione ipnotica, una persona potesse non soltanto essere curata efficacemente da un problema, ma anche dimenticare il fatto di avere avuto tale problema. Il potenziale dell'autodeterminazione sovrasterebbe anche le limitazioni dell'istruzione, quindi l’ignoranza non sarebbe più un limite.

Successivamente, e qui si riallaccia l’utilizzo “manageriale” della Casaleggio & C., la PNL è stata promossa come "scienza di eccellenza", derivata dallo studio di come persone “di successo” avrebbero ottenuto i propri risultati.

Queste abilità possono essere imparate da chiunque per migliorare la propria efficacia sia personale che professionale. Tutti sono uguali.

Milton Erickson rispondeva alle accuse di manipolazione delle coscienze sostenendo che “tutti ci manipoliamo" per le più disparate ragioni, siamo noi genitori e figli o insegnanti ed alunni.

La PNL, come già detto, oggi viene usata principalmente da alcuni praticanti delle forme di psicoterapia e psicologia parascientifica, soprattutto legati agli ambienti dell’ipnoterapia, del life coaching e soprattutto della formazione aziendale.

La Programmazione Neuro Linguistica è quindi una disciplina parascientifica che riunisce vari ambiti dello studio della comunicazione umana – verbale e non verbale –, e si propone come strumento per influenzare l'educazione, l'apprendimento, la negoziazione, la vendita, la leadership, il team building. Ha trovato applicazione, ma guarda un po’, anche nei processi decisionali e creativi, nel counseling.

Uno dei “credo” delle imprese di Casaleggio è la “creatività”, stesso input, per dirla con i termini anglofoni a loro cari, che ha riportato nel suo M5S.

Il prof. Massimo Introvigne, in passato, ha giustamente fatto notare come alcuni esponenti della PNL abbiano avuto contatti con ambienti “esoterici”, e considera i suoi successivi sviluppi ad opera di Anthony Robbins come centrali nel movimento Next Age. Robbins, a suo dire, si sarebbe "formato in quella singolare zona d’incontro fra tecniche per la felicità individuale ed esoterismo che è la Programmazione Neuro Linguistica”.

Va altresì ricordato che alle varie certificazioni e titoli offerti dai corsi di PNL attualmente non è riconosciuto alcun valore legale e che non sono promossi da scuole di psicologia, né tantomeno vi insegnano psicologi essendo contrario alla deontologia professionale insegnare tecniche che non abbiano saldi fondamenti scientifici.

In Italia ha cominciato a diffondersi all'inizio degli anni Ottanta principalmente nel settore della formazione manageriale. Lo stesso periodo di start up di Gianroberto Casaleggio.

Gli stessi sostenitori della PNL affermano che le sue applicazioni non debbano necessariamente avere fondamento scientifico, perché i principi fondamentali sono "ipotesi di lavoro che possono essere vere o meno. Il problema non è se siano vere, bensì se siano utili". Interessante quest’ultima definizione, perfettamente in linea con tutto il pensiero del Guro 5 Stelle.

Il Movimento di Casaleggio e Grillo – ed altri a noi ancora ignoti – è decisamente piramidale, infatti così come ogni buon manager d’azienda sa, tale formazione rende la sua struttura simile sempre più ad una setta dove esiste “chi sa”, “chi controlla” e fa sì che chi sa non sappia più del dovuto. Chi si rivela “autonomo” – con buona pace della loro tanto decantata trasparenza e democrazia dell’”Uno vale uno” – è subito escluso.

Questo è un atteggiamento settario tipico di tutte le aziende che abbiano ovviamente finalità esclusivamente finanziare proprio come le Grandi Banche e Grandi Gruppi Assicurativi. L’unico scopo è il Profitto.

Qual è dunque il “profitto” che si cerca da parte del M5S? Un profitto verrà loro di certo in un “lungo periodo” se il loro metodo venisse applicato. Forte turn over dei cosiddetti “cittadini” in modo tale che non possano radicarsi né fare altro che non sia quello stabilito dalla direzione centrale.

Creazione di una nuova élite, di un “cerchio interno” che farà devotamente capo e risponderà soltanto a Casaleggio, e una ampia base di “indottrinati” contenti del “reddito di cittadinanza” anche se per averlo dovranno farsi impiantare un microchip. Ma se Parigi valeva bene una messa, mille euro a tutti. Garantiti, varranno pure un piccolo pezzetto di silicio sotto pelle, no?

Casaleggio non è uno sciocco, sa usare bene la Programmazione Neuro Linguistica, l’ha utilizzata forse proprio in primis con il buon comico genovese – peraltro a me simpatico, lo confesso – che, vi ricordo, secoli addietro in pieno furor luddista fracassava i computer sul palcoscenico, durante i suoi spettacoli.

Poi, guarda tu un po’ i casi della vita, Beppe incontra proprio Gianroberto “Lennon” Casaleggio e si converte sulla “via di Damasco”, al nuovo credo cyberpunk.

Ricordo ai più che Grillo è stato per lungo tempo tagliato fuori dalle televisioni italiane soprattutto a causa degli attacchi alle industrie come la Monsanto e all'inizio il comico genovese non era proprio quello che si potrebbe definire un estimatore di Internet. Ma tutto - che cosa strana! - cambia radicalmente nel suo pensiero dopo l'incontro con Gianroberto Casaleggio.

Sì, perché a ben leggere tra le sue righe, il pensiero casaleggesco ha un non vago sapore di cromo bruciato che ricorda proprio i deliri neuromantici di William Gibson e Bruce Sterling che parlavano allora per la prima volta delle Rete, dell’interconnessione mondiale e di un governo controllato dai computer.

Non vi spingerò a leggere cosa scrisse negli anni Settanta un pensatore poco noto come Silvano Panunzio a proposito della “criptopolitica” e della “politica” contrapposte ad una vera “Metapolitica”, i sui libri ormai introvabili potrebbero aprirvi lungimiranti squarci su ciò che sta avvenendo in questi giorni ed ore, e forse, ma lo vedremo, su ciò che accadrà “apocalitticamente” in un futuro sempre più vicino.

Lasciate stare i ragazzotti e le ragazze che sono stati eletti, i "cittadini" (Robespierre, Marat, Danton dove siete? Portate anche voi gli occhialetti da Beatles oggi?), cresciuti a Play Station e pippe in rete, che si dichiarano "disiscritti dalla chiesa cattolica, vegani", che affermano: "voglio portare la mia passione per la musica in Parlamento", "voglio far parte della Commissione Difesa perché appartengo a numerosi gruppi pacifisti", catapultati da Casaleggio & C. in prima linea, al macello. Tutto materiale per la “Gialappa’s Band”.

Lasciamoli stare, ma per analizzare invece a fondo come tutta questa "macchina infernale" che è il M5S, sia strutturato dalla PNL (ma non solo ).

Non una sola azione del Movimento è casuale, tutto è stato abilmente pianificato a tavolino, da chi, a parte appunto “Lennon” Casaleggio non ve lo so dire, anche se la mia idea ce l’ho, ma preferisco tenerla per me, almeno per ora. Persino il curioso abbigliamento “alieno” di Beppe Grillo non è casuale, anzi, è un preciso messaggio subliminale o comunque diretto a chi vuole e sa recepirlo, sugli altri funziona così come sta funzionando infatti. PNL.

Questi, badate bene, sono tutti “linguaggi non verbali”, dunque esclusivamente “visivi”, basati sull’immagine. E’ il “mio” campo, forse qualcosina ho imparato in quarant’anni di studio.

Un'ultima cosa su cui fare attenzione: l'onnipresenza del segno "V" in tutto ciò. Pensateci.

Non vi ricorderò, lo sapete meglio di me, che ogni simbolo comporta varie “spiegazioni” a volte anche in contrasto tra loro, quindi così è per la “V” utilizzata come “marchio” – uso volontariamiante questo termine – di tutta l’impresa “grillesca”.

“V” da V per vendetta diranno alcuni, film “cavallo di Troia” che inganna dentro altri inganni, così come il fumetto dal quale è stato tratto.

Nel film e meglio ancora nella graphic novel, si prospetta come un unico “liberatore” in opposizione ad un regime dittatoriale, riesca mediante l’utilizzo della “comunicazione” a smuovere le masse e a far loro prendere autocoscienza fino alla ribellione al governo ed alla sua destituzione. La rivolta di “V” tuttavia non è quella dell’”anarca” di Junger, non è quella dell’”individuo assoluto” di Evola, ma è la ribellione della massa dove, tutti uguali, tutti “mascherati” e privi di identità, si sostituisce ad un governo oppressivo come un’alternativa parimenti squallida.

“V” come “Vaffanculo Day”… troppo semplice, va bene per le masse, diverte e “converte”. “V” come inziale di “Vittoria”, lo usava pure Sir Winston Churchill. Appunto. Approfondite bene chi fosse Winston Churchill. Massone, legato a circoli teosofici, fece spesso uso di metodi “esoterici” anche se non ufficialmente. Curiosamente le stesse origini teosofiche a cui fa riferimento Gianroberto Casaleggio. “V” come “veni, vidi, vici”, anche, ma adesso vedetelo “graficamente”, ovvero non come lettera dell’alfabeto, ma in modo, appunto “non verbale”, come vorrebbe la PNL.

“V” è un simbolo rovesciato, forma una parte, quella visibile del pentalfa capovolto, del sigillo di Satana, del Capro Oscuro. Il “segno incompleto” delle acque ctonie, mancando del trattino alto che completa il triangolo, il segno stilizzato di un “imbuto” di una freccia che indica il basso. Verso il lato infero, o criptopolitico se preferite. Indica che il “vertice” della “piramide” è da ricercarsi nel basso e non nel numinoso. Potremmo anche vedere nella “V” del M5S l’esatto contraltare del simbolo della nobile Sparta.

Infine, il “simbolo della stella”, ripetuto cinque volte, un potenziamento alla quinta del pentalfa di cui accennavamo prima, del sigillo che segna tutta l’operazione a cui stiamo assistendo. Potremmo andare avanti ancora molto a lungo in tutto questo ma sarete certamente in grado di farlo anche da soli se saprete bene, finalmente, aprire gli occhi e le orecchie.

martedì 21 gennaio 2014

L'ASINO DI BURIDANO

I mezzi d'informazione esultano le eroiche gesta del Sindaco di Firenze, sulla legge elettorale.
Qualcuno con tono trionfante afferma " la mossa del cavallo".
La mossa del cavallo di Renzi si rivela in realtà, come un mediocre episodio di politica spot, che in ogni annuncio pensa solo all'effetto che fa, con la sola ambizione di mettere in angoscia un governo ormai traballante, sottraendo a Letta l'agenda e creando confusione.
In Italia i media sono i costruttori del personalismo trionfante e hanno un'abilità a produrre dal nulla uno statista presunto e quindi anche le stravaganze pittoresche di un soggetto sono viste come un segno di carisma.
Qualcuno afferma che l'impetuosa ascesa di Renzi sia dono di una personalità, sognando ad occhi aperti un nuovo capo, che  ha svegliato dal sopore un partito che ormai sbaglia tutte le mosse.
Buon risveglio!!!!
Dopo aver creato un leader a formato pop, i media non possono esimersi dall'osannarlo anche quando fa resuscitare un condannato, in nome del " il paese ne ha bisogno", o a dare addosso ad Alfano per riconsegnarlo stordito a Berlusconi come premio della sua fedeltà.
Tutte queste sono scambiate come le mosse di un cavallo, dai confezionatori di veline, che ne  fanno già un mito.
Ma la realtà alla fine trova sempre il modo di vendicarsi degli improvvisatori, scambiati per carismatici e lo fa assai duramente magari con flash pieni e urne vuote o magari dando fiducia, finalmente, a chi in questi mesi ha semplicemente mantenuto le promesse, non facendo accordi con  i condannati, non prendendo a braccetto i lobbisti (come parenti stretti) e facendo venire a galla quello strato di marciume sul quale in questi anni i politici si sono appoggiati.
Qualcuno afferma "abbiamo perso un occasione, potevamo dire la nostra"........con certe persone non si creano occasioni e la storia c'è lo racconta, peccato che noi dimentichiamo troppo in fretta.
Ritornando a Renzi, qualcuno afferma con tono trionfante " la mossa del cavallo"!!!
 E se invece del cavallo si trattasse di un altro quadrupede, pur sempre equino?

mercoledì 15 gennaio 2014

LA CRITICA DI O CO STRUTTIVA


E riparte la critica…….
Questa volta sotto accusa è la votazione on line sul reato di clandestinità. Le critiche non si risparmiano né da destra e né da sinistra, e per non farci mancare niente, abbiamo anche le nostre belle critiche interne.
Allora si parla di voto fast food, di democrazia à la carte, di consultazioni in orario di ufficio. Ci si burla di noi, dichiarando che siamo un partito con otto milioni di voti, con un gruppo parlamentare di 150 eletti, tra senatori e parlamentari, che sceglie di risolvere una questione così importante, di quelle che bastano e avanzano per tracciare una linea o scavare un fossato tra destra e sinistra, tutto con un solo click.
Ma già ad ottobre era emersa un’altra critica, quando si scatenò l’ira funesta del padre-padrone contro i due senatori pentastellati che ebbero l’ardire di proporre l’emendamento incriminato.
Prima si critica il m5s perché sembra voler imporre una certa linea ai parlamentari e ai militanti e poi si critica il fatto che hanno potuto esprimersi votando.
Che si chiariscano le idee.
Il pd fa le primarie, triturandoci i marron per mesi, al costo di 2 euro, e tutti acclamano la ritrovata democrazia interna, quando bastava semplicemente mettersi d’accordo.
Ci accusano di essere i burattini nelle mani di Grillo e Casaleggio e poi chissà perché la base a maggioranza vota in maniera differente, forse perché siamo anche elementi pensanti, oltre ad essere il movimento del no a tutto.
Il movimento ha detto di voler consultare regolarmente i suoi iscritti sulle varie leggi e riforme, in qualsiasi momento, ma manca uno strumento condivisibile da tutti, quindi in attesa dello strumento, la partecipazione è sempre gradita.
Tutto può essere migliorabile, criticabile, ma l’importante è la volontà di volerlo fare, noi ci mettiamo in gioco per creare partecipazione, gli altri continuano nella loro perenne campagna elettorale, con i soliti bla, bla, bla e ancora bla, bla.
Però nessuna critica ci viene fatta quando rinunciamo ad intascare 42 milioni di euro di rimborsi elettorali, che andrebbero ad incidere sulle tasche dei cittadini, come hanno fatto i partiti tradizionali.

Mi piacerebbe sapere se le stesse critiche vengono fatte anche a quei consiglieri regionali del Lazio del Piemonte e della Lombardia che hanno utilizzato fondi pubblici e rimborsi elettorali per viaggi di piacere, matrimonio ai figli e mutande di marca.
Inoltre, qualcuno asserisce, che con ultima votazione il m5s perderà gran parte dei suoi voti a destra, qui non si tratta di perdere o di guadagnare, qui si tratta di cambiare culturalmente, altrimenti possiamo anche continuare a criticare, perché la critica e lo scambio di opinioni fa parte della nostra amata democrazia, ma il tempo è scaduto è il cittadino comune ha perso anche la voglia di criticare, la parola ai fatti, per favore.

martedì 7 gennaio 2014

FIGLI DI UN DIO MINORE


Figli di un Dio minore è il titolo di un bellissimo film di Randa Haines, che consiglio a tutti di andare a vedere, che racconta il caso dei sordomuti. Una storia d'amore tra un uomo normale ed una donna sordomuta.
Figli di un Dio minore sta appunto ad indicare i meno fortunati, che sono stati, per così dire creati male, da un Dio meno capace.
Tutto questo per riflettere sul pasticciaccio brutto delle regionali in Sardegna.
Il m5s sardo è un po' il "sordomuto" della situazione, quello che per litigi interni, non ha avuto la capacità o la volontà di organizzarsi in un gruppo omogeneo, dall'altra parte, lo staff ne decreta il fallimento e non da l'ok.
A rimetterci, in tutta questa  brutta storia, sono sempre i cittadini onesti, quelli che si smazzano dalla mattina alla sera per una politica diversa, quelli che credono ancora che possa esistere una politica diversa.
Io sono convinta che tutti debbano avere la stessa possibilità, tanti altri gruppi, in elezioni passate hanno vissuto litigi interni, da rischiare di non partecipare alla tornata elettorale, ma li c'è stata la volontà di trovare una soluzione.
Allora bisogna capire se c'è ancora questa volontà o se invece non ne vale la pena, perché  per qualcuno, il gioco non vale la candela.
Siamo quelli che proclamano, che non bisogna lasciare indietro nessuno, ma se alla fine lasciamo indietro quelli che più ci credono, forse dobbiamo cominciare a fare una riflessione più profonda.
 A quale modello geometrico vogliamo assomigliare, se orizzontale, tutti sullo stesso piano o verticale?