venerdì 11 ottobre 2013

L'UOMO ATTACCATO NEL VUOTO AL SUO FILO DI RAGNO



L'uomo attaccato nel vuoto al suo filo di ragno è un bellissimo verso di Ungaretti, che spiega benissimo la realtà del paziente Italia.
L'Italia è un paziente malato di mente. Malato grave, quasi da ricovero, però non ci sono più i manicomi.
Quali sono i sintomi della malattia mentale dell'Italia?
 Sicuramente,  come scrive lo psichiatra Vittorino Andreoli, se ne possono individuare quattro: il fatalismo, l'esibizionismo, l'individualismo e il masochismo.
Il fatalismo, legato soprattutto al credere, più che alla fede.
Pensare per esempio che domani mattina alla otto ci sarà il miracolo, poi se lo fa San Gennaro, Dio o chiunque altro, poco importa.
 Insomma, noi viviamo in un disastro ma crediamo che domani alle otto, ci sarà il miracolo, che ci cambia la vita. Quindi non vale la pena di fare niente. Chi se ne frega, chi ci governa, uno o l'altro tanto domani alle otto, c'è il miracolo.
Poi c'è il sintomo del masochismo, il masochismo è il piacere di trattarsi male e goderne.
Gli italiani soffrono del masochismo  mascherato dall'esibizionismo.
 Infatti basta ascoltare i loro racconti meravigliosi, quelli delle loro vacanze, della loro famiglia. Ho fatto questo, ho fatto quello, sono stato al ristorante, il più caro. Mio figlio è il più bravo, quello piccolo, poi è straordinario......
Tipo, non ho una lira, ma mostro il portafoglio, anche se dentro non c'è niente.
Ultimo sintomo, non meno importante è l'individualismo spietato.
Un certo individualismo è normale, uno deve avere la sua identità a cui si attacca la stima.
Preoccupante è quando diventa spietato.
Immaginate dieci persone su una scialuppa col mare agitato e il rischio di andare sotto. Ecco invece di dire " cosa possiamo fare insieme, noi dieci per salvarci, scatta l'io". Io faccio così, io posso nuotare fino a riva, io me la cavo.
Spesso questo individualismo si estende ad un piccolo clan, per esempio alla ragazza che mi piace, presente sulla scialuppa, all'amico, all'amante. Un individualismo allargato.
A tutti questi sintomi aggiungerei anche il sintomo del "recitare". Noi non esistiamo se non parliamo, noi esistiamo per quello che diciamo, non per quello che facciamo. Spesso si indossa una maschera e alla fine non si sa più qual'è il volto.
Passiamo la nostra vita a parlare, parliamo anche quando dobbiamo stare zitti, parliamo mentre ascoltiamo la musica, ci mascheriamo e parliamo.
Come quando raccontiamo delle nostre vacanze diciamo che siamo stati fuori 15 giorni invece è una settimana. Raccontiamo di avere una mega casa con un terrazzo tutto ricco di verde, invece abitiamo in un monolocale e quando torniamo a casa, a furia di raccontarlo, ce ne convinciamo e cerchiamo il terrazzo senza trovarlo.
Nessun psichiatra potrebbe salvare questo paziente che è l'Italia. Perché se ti togliessi la maschera, ti vergogneresti, perché ormai abbiamo perso la faccia dapertutto.
Se ti togliessi la fede, ti vedresti meschino. Quindi se decidessimo di curare questi sintomi andremmo verso un suicidio di massa.
 Ci vorrebbe un manicomio per tutti questi malati, ma il manicomio è già l'Italia.
Quindi ogni criterio di buona politica o di buona economia su di noi non funziona perché in questo momento la nostra malattia è vista come la salvezza. E come se dicessi ad un credente che Dio non esiste e che invece di pregare dovrebbe andare in piazza a fare la rivoluzione. Oppure, potrei dire loro, andate in piazza a votare, togliete il potere a chi ci ha devastati e rovinati. Ma non lo farebbero perché si metterebbero la maschera e direbbero che gli va tutto benissimo.
 Allora!!!!!!!!........buona cura a tutti.

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