giovedì 10 ottobre 2013

LA CRISI NON SI COMBATTE CON LE MANI IN MANO


Piccolo è bello. O, a volte, anche meglio. Nonostante la mancanza di risorse, sembra che i piccoli paesi italiani reagiscano alla crisi con una dose di creatività che ai Comuni più grandi spesso manca. Un caso esemplare è Sadali, un villaggio dell’entroterra sardo, in provincia di Cagliari, che conta poco più di 900 abitanti. L’amministrazione locale si è inventata un sistema originale: pagare le giovani coppie per trasferirsi stabilmente nel paese. L’offerta messa a punto dalla giunta prevede l’erogazione di buoni spesa di 200 euro al mese, per due anni, destinati alle famiglie che scelgono di spostare la propria residenza a Sadali. Il Comune da cui ci si muove però deve avere più di tremila abitanti, altrimenti si rischia di ripopolare un villaggio e di abbandonarne un altro.
 Alcune realtà sono troppo danneggiate non recuperabili, altre in contesti geologici franosi, altri ancora in luoghi terremotati, però, una parte considerevole sono semplicemente abbandonati, la più frequente causa dell'abbandono è l'isolamento per la loro lontananza dai maggiori centri abitati.

 Mio padre è nato in campagna, mi ha insegnato a rispettare la natura, e tutto quello che ruota attorno ad essa, compreso tutto quello che la campagna gratuitamente da in termini di sostentamento per l''uomo.
Ieri mi sono messa a ricercare questi luoghi, che in Italia, vengono spesso abbandonati e lo fatto, perché mi sono reso conto della brutalità della vita che si vive nelle grandi città sature,caotiche, ritenute moderne, in realtà sono un agglomerato di fattori contraddittori alla vera natura dell'uomo.
Per questo, mi piacerebbe realizzare un progetto di massima, per la rivalutazione di alcune possibili realtà abbandonate dove insediare la nostra prima sede collettiva.
Il progetto riguarda, un nuovo articolato modello di vita, libera e indipendente.
 In parole povere, il progetto si rifà all' autonomia che fin dai tempi antichi frati e monaci si sono dedicati con successo nei vari monasteri disseminati in Italia, ponendo alcune varianti indispensabili, adeguandole ai nostri tempi.
 Tutto consiste nel trovare nuclei famigliari, singole persone, motivate ed intenzionate  a costituire una libera comunità auto sufficiente ed autogestita autonomamente, dove tutti i componenti in modi diversi collaborano al fabbisogno ed alla conduzione quotidiano della comunità.

Premetto che nella mia vita non ho appreso numerosi mestieri. Però sono convinta, che l'unione fa la forza, e si possono sempre trovare persone, che hanno acquisito esperienze da vecchi maestri artigiani,  e che oggi possono trasmettere a tanti giovani volonterosi intenzionati  questo nuovo percorso sociale.
Credere in un progetto significa avere le idee chiare sul cosa e come realizzarlo dettagliatamente, calcolando tutte le possibili valutazioni e varianti del caso.
  La vita in comunità prevede condizioni sociali differente dalla città, specie per chi non ha, esperienza di vita in campagna, una vita sana, libera, all'aria aperta.
L'attuale crisi socio-economica tocca tutte le categorie del mondo del lavoro e delle professioni, molti giovani oggi sono in cerca di un occupazione seria e duratura, altri meno giovani non riescono più a inserirsi nel mondo del lavoro, questo nostro sistema basato sul PIL sembra collassarsi irrimediabilmente.

 Senza presunzione, questa nuova forma di  collettività, vuole offrire una vera alternativa di vita più sobria, nel pieno rispetto della natura, producendo noi stessi i prodotti della terra per il fabbisogno quotidiano necessario della Comunità, dove tutti a vario titolo mettono a disposizione la loro esperienza tecnica lavorativa a beneficio di tutta la Comunità, godendo di tutte le opportunità acquisite dalla comunità: casa, alimentari,ecc. ecc., oltre a tutti i servizi posti in essere per una vita dignitosa, serena.
Le competenze lavorative comprendono tutti i settori, che vanno dal turismo sociale, all'agricoltura, artigianato, edilizia ecc..
La fonte primaria di “reddito” è il turismo sociale, attività già avviata con successo, mentre l'agricoltura resta un importante fonte di  sostentamento gratuito per tutta la Comunità.

Che dire, questa potrebbe essere una soluzione, io penso che basti partire, poi le cose verranno da sé.
Forse è il tempo di ricominciare, quasi quasi ci faccio un pensierino......Voi che ne dite?
 

                                                     

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