venerdì 9 maggio 2014

IL BENE COMUNE

 


Esiste un luogo, che sia città, paese o villaggio, dove il bene comune e il rispetto reciproco tra concittadini siano messi all'ordine del giorno?
Il vero problema è che chi attua le leggi non accontenta il volere di tutti, così ci sarà sempre qualcuno insoddisfatto di ciò che è stato deciso. Ma questo non toglie che nascano nuove idee per migliorare nel quotidiano, cominciando dalle "piccole cose", come si suol dire, si può perfezionare l'estensione del benessere comune.


Cosa distingue il bene comune dall'interesse generale? Il bene comune trova i propri criteri di bene, l'interesse generale se li dà, il bene comune è un concetto morale.
 La morale indica un dover essere, ci dice come vivere, cosa fare, come agire, come scegliere......ma su che basi? Sulla base di quello che siamo, da cui scaturisce anche il nostro fine, ossia quello che dobbiamo essere. Ma quello che siamo e quello che dobbiamo essere non lo decidiamo noi, ci è dato, ci precede. Il bene comune ha bisogno di criteri di bene che lo precedono. L'interesse generale, invece, chiede ai singoli cittadini cosa intendono per bene comune e poi fa la somma, oppure trova un comune denominatore, togliendo qualcosa a chi ha di più per darlo a chi ha di meno.
Il bene comune non è quindi una somma di beni, ma il tutto ordinato, la vita buona della comunità.
 


Bisogna anche tenere presente che il bene comune non implica una uguaglianza di fatto tra i cittadini. Gli uomini sono uguali in dignità, ma l'egualitarismo che pretende di uniformarli di fatto è una ideologia assolutamente da respingere. Il bene comune non consiste nel distribuire la torta in parti uguali e dare ad ognuno la sua fettina. Quando si fa così si potenzia il potere centrale ed uniformante, si crede di avere un bene comune, ma è solo una camicia di forza. Il bene comune è una sintonia. Non c'è un bene comune uguale per tutti, ogni famiglia ha il proprio, ogni comunità locale ha il proprio. Il bene comune non si impone dall'alto, dagli uffici comunali o dai ministeri, si crea dal basso secondo il principio di sussidiarietà. Un assessore ai servizi sociali che monopolizza l'azione spontanea della società civile verso il disagio sociale non fa il bene del comune.
Perciò in un comune  sarebbe necessario che ognuno avesse il suo contento: a partire dai bambini con centri di gioco, per proseguire con gli anziani cui assicurare luoghi d'incontro e occasioni di discussione, un ricambio naturale e generazionale nel mondo del lavoro e delle professioni.
Perciò un paese perfetto o quasi può esistere e si può costruire, solo se si mettono in pratica queste cose, che però sono fondamentali per mutare la situazione della maggior parte dei nostri centri abitati e del vivere collettivo.

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