lunedì 2 dicembre 2013

SEMPLICEMENTE OLTRE



Non è necessario essere una persona molto intelligente, è sufficiente accendere la televisione per vedere la cruda realtà. Vent'anni fa, la borghesia ci promise un mondo di pace e prosperità grazie ai miracoli del sistema della libera impresa. Ora tutti i sogni si sono infranti, non rimane neanche una pietra sull'altra delle prospettive degli strateghi del capitale.
Al loro posto vediamo dappertutto un incubo generalizzato. La ripresa economica di cui tanto si parla è fragile e può finire in qualunque momento per un qualunque fatto accidentale, anzi è già finita.
Il 3° Vday, ieri, ha preso la forma di una grande nascita, di un mondo diverso, di un nuovo modo di pensare, di un nuovo modo di concepire il nostro futuro. In una Genova fredda, ma riscaldata dal calore di tanta gente, anche se non tantissima, ma la guerra dei numeri lasciamola ai primi titoli dei giornali, si è cercato di immaginare un futuro diverso per questa nazione.
C'è la consapevolezza che questa strada sarà dura da percorrere.
Noi ci abbiamo provato ad aggiustare il sistema malato, mettendo una toppa qua e una la, ma non ci siamo riusciti. Quindi il sistema va cambiato, il sistema va ribaltato.
Ma non solo il sistema Italia, ma soprattutto il sistema Europa.
Allora lo facciamo con sette semplici punti:
- Referendum per la permanenza nell'euro
- Abolizione del Fiscal compact
- Adozione degli eurobond
- Alleanza tra i paesi mediterranei per una politica comune finalizzata eventualmente all'adozione di un euro 2
- Investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio
- Finanziamenti per attività agricole finalizzate ai consumi nazionali interni
- abolizione del pareggio di bilancio
Quindi torniamo nelle strade, spieghiamo ai cittadini che bisogna avere il coraggio di cambiare, che bisogna prendere una gomma e cancellare un sistema venuto male, per dare vita a un sistema pulito fatto da persone oneste. Dobbiamo avere il coraggio di andare oltre per una politica della felicità.

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