Un problema molto diffuso e di cui tanto
si parla in questi ultimi anni è
la disoccupazione giovanile. Soprattutto nel nostro paese questo è un fattore
estremamente importante, da cui dipende la ripresa dell’economia, e che è
strettamente legato alla precarietà di un’intera generazione.
A Milano per esempio la
disoccupazione giovanile sfiora il 22%, ma nonostante ciò nicchie o mestieri
che resistono alla crisi ci sono… il problema è farseli calzare addosso!!
Panettieri, infermieri, ragionieri sono alcune tra le professioni più richieste
e in questo momento anche le più introvabili, per cui la domanda supera
l’offerta. Spesso queste professionalità sono difficili da reclutare per
diversi motivi: sono percepite come poco gratificanti per l’attività in sé o
per la retribuzione, le competenze in alcuni casi non si sono ancora del tutto
formate e in altri casi perché richiedono un know-how molto specifico, talmente
tanto da renderle poco allettanti.
Le agenzie di reclutamento vengono
prese d’assalto da: neodiplomati, laureati, persone in mobilità o in cassa
integrazione, giovani in cerca di una prima occupazione, cittadini stranieri e
persone che per crescita professionale desidererebbero cambiare lavoro.
La chiave per trovare lavoro quindi
qual è?! Le aziende chiedono soprattutto alta specializzazione, persone in
grado di svolgere autonomamente una professione e non si accontentano più della
disponibilità, piuttosto puntano soprattutto nel ricercare persone con
esperienza professionale alle spalle. Però bisogna anche trovare il settore adatto, in
cui la richiesta c’è. Quindi, quali saranno i lavori più richiesti in Italia
nel 2013?? Ci sono molte professioni che ancora tirano e che permettono di
trovare facilmente uno sbocco lavorativo. Stiamo parlando ad esempio dei
montatori di porte e finestre, dei pavimentatori, degli aiuto parrucchieri, dei
macellai. Spesso però i giovani vengono condizionati nelle scelte di studio e
vengono allontanati da percorsi professionali, che uniti ad esperienze
lavorative, potrebbero garantire loro buone possibilità di impiego; questo
perché, i lavori sopra citati per esempio, vengono rilegati dal sistema
socio-culturale del nostro paese ad uno status inferiore. La conseguenza di
questo sistema è stata inoltre che non si è stati in grado, nella maggior parte
dei cas,i di creare una connessione tra scuola e lavoro, quindi è sempre più
difficile avvicinare i giovani all’impegno lavorativo. Per cui qual è il
consiglio più accorato che si può dare ai nostri ragazzi?! Buttatevi,
sperimentate, cambiate, cercate di insinuavi nelle crepe lasciate vuote dagli
altri. Basta andare avanti..e cercare di indovinare il futuro!
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