Oggi voglio parlare di un problema che per la città di
Legnano rappresenta IL PROBLEMA……….i ROM
Partiamo dal patto locale di sicurezza urbana e coesione
sociale proposto e attuato dalla
presente amministrazione , un progetto sicuramente faraonico dove sono
stati coinvolti tutta una serie di soggetti:
forze dell’ordine, associazioni di volontariato, padri somaschi. Un
progetto che se sarebbe andato in porto, avrebbe assicurato all’attuale
amministrazione il governo di questa città per i prossimi dieci anni. Ma il
progetto era troppo complesso per poter andare a buon fine e così si è
ritornati ai vecchi e impopolari sgombri ( anche se tutto sommato
momentaneamente efficaci).
Perché questo progetto non ha funzionato? Tante possono
essere le spiegazioni…………………
Secondo me, un difetto è stato quello di non aver coinvolto
un soggetto fondamentale cioè i cittadini coloro che il problema l’hanno
vissuto sulla loro pelle. Io abito ai confini con il Comune di Villa Cortese,
in una zona che definisco “ figlia di nessuno” perché pur essendo,
territorialmente annessi al Comune di Legnano, alla fine non siamo coperti da
nessun servizio, per esempio il trasporto urbano, ma questa è un’altra storia.
Il problema rom lo viviamo in maniera marginale,
ma lo viviamo.
In questi mesi
abbiamo visto montagne e montagne di rifiuti accumularsi lungo le zone da noi
attraversate, ci siamo imbattuti tutti i giorni con le signore che ci
chiedevano l’elemosina ai semafori, con qualcuna ci ho anche scambiato qualche parola e li ti accorgi del disagio, in
cui molte di loro vivono la loro realtà.
Abbiamo visto gli sgombri delle ultime settimane, la fuga di
persone disperate, ma di persone che non vogliono assolutamente trovare
un’altra alternativa a questa situazione. Nella mia zona qualcuno se le pure
ritrovati in casa, per fortuna alla fine tutto bene, a qualcuno ho anche
regalato una bicicletta. Spesso all’uscita dei grandi supermercati si avvicina il bambino per chiederti
qualche soldo e pur contraria alcune
volte gli ho dato del pane e qualche caramella.
Ecco questo dei bambini è un altro problema di cui il
progetto, non ne ha tenuto conto nella sua totalità. Qui tutti cerchiamo di
tutelare tutti ma alla fine i bambini non li tutela nessuno.
Sicuramente con questo progetto abbiamo cercato di fare
andare a scuola più bambini possibili, ma non è sufficiente non serve portarli
a scuola e basta.
Tanti sono i
volontari che si sono succeduti nell’accompagnare questi bambini e nel andargli
a riprendere. Ma io dico, perché anziché portarli alle 8,00 quando ancora le
lezioni non sono iniziate ed è attivo il servizio di pre-scuola ( gestito dal
Comune) non si sono accompagnati alle
fermate dei piedi bus per permettere loro di socializzare, senza così, sentirsi
diversi.
Ci siamo mai posti il problema di come vivono questi bambini
all’interno di queste realtà familiari, qual è la genitorialità di queste
persone che costringono il minore a chiedere l’elemosina o a vivere di espedienti. Ci sono realtà
italiane dove i bambini vengono allontanati dalle proprie famiglie per molto
meno. Allora qui dove sta la tutela del minore, la famiglia va preservata, ma
molto spesso noi sappiamo che la famiglia non è garanzia di protezione e
sviluppo psico fisico per il bambino.
I rom sono stati sgombrati da quella zona e adesso
proseguono il loro viaggio verso altri Comuni, noi sicuramente non possiamo
essere la soluzione, lo Stato prima o poi dovrà cercare un' alternativa. Nel
frattempo questi bambini crescono convinti che questa sia l’unica alternativa
di vita non conoscendone purtroppo un’altra.
Forse la soluzione si sarebbe potuta trovare, bastava semplicemente chiederla a chi non governa questa città, ma ci vive, ci lavora nelle difficoltà di ogni giorno.
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