giovedì 28 marzo 2013

PASSATO..PRESENTE...FUTURO...


Si dice che i giovani d’oggi non sono  bamboccioni , sono sfigati.

In verità sono entrambe le cose, il fatto che dormano ancora in casa con i loro genitori dopo aver conseguito la laurea li fa pienamente rientrare nella categoria dei bamboccioni, quella stigmatizzata dal ex ministro Paolo Schioppa nel lontano 2007, però essendosi laureati un mese prima di compiere 28 anni, sono anche degli sfigati

Se penso ai giovani d’oggi più che sorridere per prima cosa provo molta tristezza. È facile dire che si stava meglio nel passato, era tutto più facile e così via, ma in fondo i giovani d’oggi fanno cose che per i ventenni della mia generazione erano impensabili. Una su tutte, era difficilissimo avere un mezzo, anche solo un motorino, con cui muoversi. Però, se tolgo lo strato superficiale, mi accorgo che noi avevamo un vantaggio: potevamo progettare di più la nostra vita. I giovani d’oggi affrontano una precarietà che è imbarazzante e nel frattempo ci sono delle aspettative enormi su di loro. Non dico che fosse meglio quando usciti da Ragioneria si lavorava subito in banca, ma almeno era un punto di partenza. Ora le critiche sui bamboccioni si moltiplicano, il tema è ricorrente ed è bello constatare che ogni governo in carica si prenda la briga di offendere. Anche il ministro Renato Brunetta a suo tempo aveva pensato di dire la sua opinione in merito, con un’idea davvero illuminante “Fare una legge per fare uscire di casa i ragazzi a 18 anni, una norma che obblighi i nostri figli a diventare indipendenti.”

Uscire di casa per i giovani italiani è sempre più una meta lontana, capita che vi rimangano fino ai 40 anni.

Così i giovani hanno smesso di rappresentare il "futuro" e sono divenuti simbolo della resistenza al cambiamento e alla modernizzazione. Al pari di altre categorie. I tassisti e i notai. I pensionati e le pensioni. I sindacati e il famigerato articolo 18. I "politici".

I giovani devono scordarsi la monotonia del posto fisso D'altronde, il "posto fisso", per loro, di fatto non esiste. Anzi, per molti giovani, non esiste neppure il lavoro.

Perché prendersela con i giovani, "questi" giovani? In via di estinzione, dal punto di vista demografico

Questi giovani "sfigati". Senza pensione. Per molto tempo, per sempre, faranno un lavoro atipico e precario. Sicuramente non "monotono". E, per pagare il debito pubblico accumulato da decenni, dovranno sopportare grandi sacrifici. Per molto tempo ancora.

Forse, il motivo di tanto accanimento è proprio questo. Perché se il mercato del lavoro è chiuso, il debito pubblico devastante, il sistema pensionistico in fallimento, il futuro dei giovani un buco nero, non è per colpa loro, ma delle generazioni precedenti. Dei loro padri e dei loro nonni. Della generazione di Monti, Fornero e Cancellieri. Della "mia" generazione. Forse è per questo che ce la prendiamo tanto con i giovani.
Per dimenticare e far dimenticare che è colpa nostra.

Nessun commento:

Posta un commento